Bentrovati distofantareaders!
Come state? Oggi, ho il piacere di parlarvi di un romanzo che mi ha affascinata ma, nel contempo, mi ha un po’ confusa. Mi sto riferendo al libro “Un nodo di buona ventura” scritto da Marco Fichera. Ambientato tra la seconda guerra mondiale e il 1956 è un racconto d’avventura storico-fantascientifico.
TRAMA DI UN NODO DI BUONA VENTURA
Nel 1943 l’esercito tedesco è ad un passo dallo scoprire il segreto di una potenziale arma definitiva, ma per farlo ha bisogno della collaborazione di un celebre archeologo italiano loro prigioniero.
Che però è un impostore.
Cos’è la realtà? Qual è la differenza tra la tua realtà e la mia? E qual è il loro punto di incontro, ammesso ce ne sia uno? La mia realtà individuale potrebbe non coincidere con la tua, caro lettore, per un migliaio di aspetti come minimo, come ubicazione storica o geografica, inquadramento sociale, stile di vita, eccetera. E se questo scollamento valesse anche per la cosiddetta Realtà Assoluta, la porzione di realtà che necessariamente io, te ed il resto dell’umanità condividiamo, pensi che qualcuno verrebbe ad avvertirti?.
RECENSIONE DI UN NODO DI BUONA VENTURA
Mi è piaciuto questo libro?
Eh…sinceramente? Non so cosa rispondere! La storia, inizialmente, mi ha coinvolta e mi ha affascinata, mentre nella parte finale mi ha confusa, forse a causa dei troppi scambi di personaggi e viaggi nel tempo, talmente numerosi che ho proprio perso il filo narrativo purtroppo!.
“Un nodo di buona ventura” è un’ucronia che mescola avventura, storia e fantascienza.
La storia inizia nel 1943, Arturo, un giovane contadino delle campagne dell’estremo Nord Italia si salva dal campo di prigionia, dopo aver preso, indebitamente, l’identità di un famoso archeologo esperto in egittologia. Fatto prigioniero dai soldati tedeschi, dopo essersi arruolato, viene assunto dalla potenza germanica con lo scopo di scoprire importanti informazioni inerenti una nuova arma in dotazione agli Stati Uniti.
“D’altra parte, cos’è la magia se non meraviglia, il prestigio di qualcosa fuori dall’ordinario. Qualcosa di inspiegabile, per lo meno con i mezzi a disposizione. E non è un caso che chi la magia la stringe tra le dita si guarda bene dal tradire i propri segreti, perché altrimenti essa, semplicemente, smetterebbe d’essere tale.”
La storia mi è piaciuta molto, Fichera si dimostra un narratore capace e originale. La prosa non è fluidissima, più di una volta mi sono trovata a dover ritornare indietro per rileggere alcuni passaggi, in quanto non proprio lineari e chiari. I continui salti temporali, soprattutto nella parte conclusiva, mi hanno un po’ destabilizzata e confusa non permettendomi di godere appieno della storia.
La trama l’ho trovata, comunque, avvincente, si evince l’impegno dello scrittore nel fornire al lettore dettagli storici importanti sviscerati da, sicuramente, una ricerca minuziosa.
Molto belli i disegni, che arricchiscono il volume. I personaggi mi sono piaciuti tantissimo soprattutto la coppia Franz- Arturo, spassosissima!!!.
Ottime le ambientazioni, eccellenti le descrizioni dei differenti periodi storici.
L’autore ha fatto un ottimo lavoro, forse si è spinto un po’ troppo ingarbugliando un po’ la narrazione.
Complessivamente è una buona lettura che mi sento, assolutamente, di consigliare!.
Alla prossima!
Valentina