Recensione L’archivio dei finali alternativi

L’archivio dei finali alternativi, di Lindsey Drager, edito in Italia da Zona42, è una storia che attraversa i secoli per raccontare una storia attraverso molte storie. L’ho approcciato, quasi come sempre, senza avere idea di cosa stessi per leggere e alla fine mi sono ritrovato a finirlo in una manciata di giorni.

Trama de l’archivio dei finali alternativi

Nel 1456 la sorella di Johannes Gutenberg usa la favola di Hansel e Gretel come surrogato per condividere un segreto di famiglia a cui solo il fratello crede. Nel 1835 i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm rivedono il racconto per seppellire una verità su Jacob che nemmeno lui è pronto ad affrontare. Nel 1910 un’illustratrice esplora l’enigma della favola dall’interno di un istituto psichiatrico. Nel 1986 una studiosa di folklore e suo fratello scoprono che la figura della strega nei boschi non è un esempio di fedeltà narrativa, mentre nel 2211 due sonde spaziali alla ricerca di un pianeta simile alla Terra trasmettono la storia in codice binario.

Recensione del libro L’archivio dei finali alternativi

Ho preso il libro attirato esclusivamente dal titolo e, sbagliando, mi ero fatto un’idea completamente diversa di quello che vi avrei trovato all’interno.  Il romanzo si dipana tra il 1378 e il 2365, presentando protagonisti diversi che ogni volta reinventano, smembrano e risembrano la favola di Hansel e Gretel in cerca di un senso universale alla Storia in cui sono immersi.

Attraverso quattordici storie, ambientate in altrettanti momenti temporali, l’autrice porta in scena la storia di Hansel e Gretel attraverso le vite e le interazioni di grandi personaggi del passato. Un oscillazione continua nel tempo, sempre illuminata dalla luce della Cometa di Halley, per trovare un senso all’interno di una storia e per aprire mille porte verso altrettante possibilità.

Questo è uno di quei libri in cui non si può spiegare molto per non cadere nella trappola dello svelare troppo. ogni micro storia ha uno sviluppo troppo breve per essere accennato o solamente spiegato in modo da dare una maggior consapevolezza di ciò che vi troverete a leggere.

Lindsey Drager narra con l’onniscienza di chi ha visto accadere tutto e cerca di trasmetterlo, usa eventi storici per raccontare vite segrete, vere o supposte tali, o per esplorare grandi drammi del passato in modo da portare il lettore a un pensiero “fuori dal coro”. Il libro affronta i temi dell’omosessualità repressa, del legame tra fratelli, di come le storie cambiano, di come la stampa abbia incasinato le tradizioni orali precludendone la naturale variazione o di come gli esseri umani siano soggetti a forze schiaccianti (naturali, celesti, storiche, ecc.).

Drammi come l’HIV o la fine dell’umanità sembrano voler piegare la trama per interromperla definitivamente, ma anche in quel momento le storie continuano a vivere per raccontare le fine, e con esse anche l’umanità.

L’archivio dei finali alternativi è un testo con un’ottima idea ma che non mi ha convinto completamente. Forse non l’ho capito, o forse è colpa dello stile narrativo irregolare che mi ha impedito di entrare in sintonia con la narrazione. Di fatto, pur leggendosi molto velocemente, mi è mancato un senso di appagamento dalla lettura. Lindsey Drager non ha scritto un testo d’intrattenimento, si è fatta carico di portare all’attenzione del pubblico temi importanti e, per il mio modesto punto di vista, le manca ancora un pizzico di mestiere. Molte parti sembrano tratte da Manifesti ideologici, alcuni dialoghi sono forzati verso un concetto esplicito e tutto è tenuto assieme da passaggi che hanno la spontaneità di un saggio divulgativo.

Ho realmente apprezzato l’idea, mi piace vedere una storia frammentarsi e ricomporsi per raccontarne mille altre, così come credo sia importantissimo parlare di argomenti seri attraverso punti di vista differenti. Purtroppo credo che sia stata messa troppa carne al fuoco e che, la narrazione non lineare (quasi a metafora della vita) renda la lettura meno efficace di quanto dovrebbe essere. Quantomeno per me…

A presto

Delos

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