Progetto Parousia, di Nikolas Dau Bennasib, edito da Lumien è il secondo e ultimo volume della dilogia Uchronia VR.
Trama del romanzo
Roma, oggi, la videogiocatrice Chiara Serafini scopre un’anomalia nel visore Zoe, l’azienda più quotata del settore videoludico. Dopo un terribile incidente, Chiara decide di smascherare l’azienda sulle sperimentazioni condotte su giocatori inconsapevoli: sarà il gruppo di hacker BigSister, dal quale verrà reclutata, a dare il via alle rivolte.
Cento anni dopo, i sopravvissuti all’esplosione della supernova che ha causato il blackout delle connessioni mondiali riprendono i contatti. Il gruppo di Al Hajj è ora guidato dal nuovo Al Khadim, Hanuman, l’uomo-scimmia salvato dai laboratori Singularity.
Recensione di Progetto Parousia
Progetto Parousia è il secondo volume della dilogia Uchronia VR, di cui vi avevo già recensito il primo romanzo Protocollo Uchronia.
Il mondo è lo stesso che abbiamo conosciuto nel primo volume, ma contemporaneamente è anche completamente diverso. Ciò che è successo alla fine del primo volume ha cambiato le carte in tavola e ha posto le basi per i fatti narrati in questo nuovo testo.
Purtroppo non è semplice narrarvi la storia senza spoilerare nulla del primo romanzo, per cui, mi limieterò ad accennare solamente ai personaggi che autore e casa editrice hanno deciso di mostrare nella trama ufficiale.
La narrazione, come nel precedente testo di sviluppa su tre linee temporali apparentemente sconnesse tra loro. La prima, facilmente intuibile dalla copertina, ruota attorno al periodo del Sacro Romano Impero (poco prima per la verità) e come nel primo romanzo gioca con la memoria del lettore modificando sapientemente alcuni fatti per convogliare la storia verso il futuro a cui sembra destinata. La seconda è ambientata nei giorni nostri, in un modo in cui Rebecca du Puit e i suoi scienziati cercano di dare vita al Migliore dei Mondi. La terza invece è nel futuro, alla scoperta di cos’è avvenuto dopo la caduta di ogni connessione ha generato un balckout tecnologico che ha messo in ginocchio il mondo.
Parousia è una parola che deriva dal greco παρουσία e indica la presenza del divino nel mondo reale. Una scelta quanto mai accurara e intelligente per raccontare il testo e il messaggio portante su cui è costruito.
Attraverso una narrazione precisa e tecnicamente quasi perfetta, le oltre 470 pagine del romanzo scivolano sotto gli occhi per raccontare quello che a prima vista sembra un thriller fantascientifico, ma che in realtà cela anche molti spunt di riflessione importanti. E, mi verrebbe da dire, molto vicini alla nostra realtà.
La tecnologia è da sempre ammantanata da un velo di mistero che la rende quasi magica e che, talvolta, inebria i creatori con la supponenza infallibile del divino, portandoli talvolta a trasformare un buon proposito in una scusa per abbandonare ogni limite morale. Ed è proprio questo uno dei punti fondamentali che mergono dal testo e che credo valga la pena di essere citato. In nome di cosa è conesentito cambiare la realtà, piegare le regole del mondo o infrangere ogni limite etico? Per amore? Per il bene comune? Per salvare un solo momento felice?
I motivi che ognuno di noi potrebbe avanzare sono infiniti, ma alla fine resta da chiedersi se ne è valsa realmente la pena.
Nikolas Dau Bennasib è un autore capace, che gioca con la narrazione senza dover assecondare il proprio ego in inutili giri di parole o ostentazioni di cultura. Scrive e racconta nell’unico modo che dovrebbe esistere: quello di farsi apprezzare da chi legge. Il progetto a cui ha lavorato con Lumien è un prodotto di alta qualità e che mostra una profesisonalità, sia sua che della casa editrice, che negli ultimi tempi è sempre più difficile da trovare.
Oddio, sto facendo dei complimenti????
Sì. Nel testo, anzi dell’opera nella suo sviluppo complessivo, ci sono alcune cose che non mi hanno convinto completamente, ma restano secondarie rispetto all’alta qualità generale della dilogia. Attendo di vedere all’opera Nikolas su trame diverse per poter confermare o ribaltare il mio giudizio 😉
A presto.
Delos