Lettori, collezionisti, bibliotecari, librai, amanti dei libri di carta, del caro e tanto celebrato profumo delle pagine che sfogliate con incanto: attenzione, potreste incappare in un libro avvelenato!
Tranquilli, non si tratta del famigerato secondo libro della Poetica di Aristotele, e no, non morirete solo toccandolo.
È pur vero che si stima vi siano migliaia di libri, prodotti nel XIX secolo, rilegati con una stoffa di colore verde smeraldo realizzata con un pigmento contenente… arsenico!
La biblioteca universitaria di Düsseldorf, lo scorso marzo ha chiuso per diversi giorni per cercare i libri “velenosi” e metterli in quarantena. Lo stesso stanno facendo le biblioteche di Siegen e Bielefeld mentre le università di Colonia e di Bonn, stanno cercando di mettere a punto dei test rapidi per rilevare l’eventuale presenza del composto tossico.
L’allarme è stato lanciato da Melissa Tedone, responsabile del laboratorio per la conservazione del materiale librario presso il Winterthur Museum, Garden & Library nel Delaware quando, nella primavera del 2019, le è capitato di maneggiare Rustic Adornments for Homes and Taste, pubblicato nel 1857.
Su questo libro è stata rilevata la presenza di arsenico per 1,42 milligrammi per centimetro quadrato. Tenete conto che una dose di arsenico letale per una persona adulta corrisponde a circa 100 milligrammi.
Ingerendolo, però!
Quindi, ammesso che i sopra citati amanti dei libri di carta non arrivino a mangiarseli, cosa può succedere a maneggiare questi famigerati libri velenosi?
Il verde smeraldo dei libri velenosi
Il verde smeraldo, conosciuto anche come verde di Parigi, verde di Vienna e verde di Schweinfurt, è il prodotto della combinazione di acetato di rame con triossido di arsenico. Si iniziò a produrre nei primi anni del 1800 e divenne molto popolare.
La tossicità dell’arsenico era nota al tempo, ma il suo colore brillante era comunque molto richiesto ed economico da produrre.
Con questo pigmento si tinsero abiti, che causavano irritazioni e lesioni a chi li indossava, tappezzerie a fiorami, che rilasciavano polveri tossiche su cibi e pavimenti.
Inoltre, in quel periodo, in Inghilterra, cominciarono a diffondersi libri più economici, rilegati con tela piuttosto che con il cuoio e quindi alla portata di un crescente pubblico di lettori borghesi.
Logico che molti di questi libri vennero colorati con il colore più in voga dell’epoca!
E quando passò di moda rimasero solo loro: nelle librerie, nelle biblioteche, nelle case private.
Cosa può succedere quindi se capita di toccarne uno?
Il rischio di intossicazione è più alto in caso di manipolazione ripetuta, come avviene per i bibliotecari o gli studiosi. L’inalazione o l’ingestione di particelle può causare stordimento, diarrea o crampi allo stomaco. Inoltre il composto può anche entrare nell’organismo: basta umettarsi il dito con la saliva per girare pagina o sfregarsi gli occhi durante la lettura. Nei casi più gravi, l’intossicazione può causare insufficienza cardiaca, problemi polmonari e neurologici.
Per questo Melissa Tedone si è proposta di curare il Poison Book Project (Progetto libri velenosi) per individuare e catalogare questi volumi tossici. Si parla di migliaia di libri in tutto il mondo.
Attenti anche al giallo
Tedone ha identificato anche un altro composto tossico dei libri inglesi nell’ultima metà del XIX secolo: il giallo cromo (cromato di piombo). I libri che lo contengono hanno varie sfumature di colore: giallo in varie gradazioni, da brillante a scuro, ma anche verde oliva, arancione o marrone. A prescindere dal colore, circa la metà dei volumi ottocenteschi rilegati in tela finora analizzati dal team contiene piombo – ma quelli gialli in particolare.
Nessun rogo di libri velenosi
Melissa Tedone ha comunque raccomandato di non disfarsi dei libri velenosi: “Non c’è nulla di cui preoccuparsi, non è necessario gettarli”, afferma, “basta adottare le necessarie precauzioni e non sottovalutare la pericolosità di questi oggetti”.
Mi sento di aggiungere di maneggiare con cura anche i libri senza arsenico e piombo: a volte il veleno scorre tra le righe…
Debora Donadel
Fonte: National Geographic Italia – Università del Delaware