Kiseiju – La zona grigia

Kiseiju – La zona grigia, la nuova serie sci-fi coreana di Netflix che si chiede se sia corretto salvare l’umanità.

Trama Kiseiju – La zona grigia

L’umanità si trova a dover affrontare una crescente minaccia, milioni di parassiti non identificati prendono violentemente il controllo degli esseri umani e ne mutano il corpo per adattarlo alle loro esigenze.

Una giovane donna con un passato traumatico viene aggredita da uno di questi parassiti ma, a differenza degli altri, non riesce a prendere il controllo del suo cervello. Inizia così una bizzarra convivenza tra la donna e la creatura aliena.

Recensione Kiseiju – La zona grigia

Kiseiju – La zona grigia è uno spinoff del manga Kiseiju – L’ospite indesiderato di Hitoshi Iwaaki, edito per la prima volta nel 1989 (eh sì), che negli anni ha già avuto una trasposizione live action e una serie animata.

Nel manga originale il protagonista, Shinichi, è un ragazzo che si ritrova accidentalmente a convivere con il Migi, il parassita che ha infestato il suo braccio. Una condizione che non permette al parassita di impossessarsi del cervello dell’ospite per prenderne il controllo, condannandolo a una condivisione del corpo con il suo possessore. Una condizione nuova, che permette a entrambi di imparare e che porta il parassita ad allearsi con Shinichi per fermare l’invasione aliena.

La serie targata Netflix riadatta la storia e la porta per la prima volta fuori dal Giappone.

L’invasione aliena sta dilangdo nell’ombra, i parassiti entrano nelle orecchie degli umani ne prendono il controllo per creare un esercito pronto a distruggere l’umanità. La giovane Jung Soo In sembra una vittima perfetta, l’ennesima da inserire nell’armata parassitaria, ma qualcosa non va come deve e il parassita non riesce a prendere il controllo del suo cervello. I due si fondono e vivono in simbiosi, prporio come accaduto a Shinichi nel manga originale.

Inizia così una storia che, in breve, porterà alla creazione del Grey Team, istituito dalla polizia per affrontare il fenomeno alieno, e che porterà alla luce molti dubbi sulla salvezza umana.

Siamo noi i veri parassiti?

La serie inizia mostrando i danni che l’umanità ha causato al pianeta e a chi lo abita, ci mostra come gli esseri umani stiano mangiando l’oranismo che li ospita al pari dei parassiti che tanto temono. Un concetto noto fin dai tempi del manga e che oggi sembra avere ancora più peso alla luce di quello che sta accadendo sotto ai nostri occhi.

La serie, oltre alla tematica principale e a una buone dose d’azione (con note splatter), introduce una variante psicologica importante rispetto alla trama originale: il collaboraizonismo. Ovvero chi, pur non essendo infettato, decide di aiutare i parassiti. Una tematica forte, che crea inspabilità e che apre la porta a qualche ragionamento sulle motivaizoni per cui gli esseri umani meritino di essere salvati.

La spaccatura tra gli esseri umani favorisce gli invasori e rende il compito di chi combatte per il futuro conra più duro. I nemici sono ovunque e la vittoria sembra non arrivare mai.

Attraverso una narrazione che parte lenta e che fa dei combattimenti tra mostri uno dei punti centrali dell’animazione, Kiseiju – La zona grigia riesce a raccontare una sotria interessante che mixa fantascienza, horror e indagini poliziesche.

La componente body horror infastidisce solo all’inizio, una volta fatto l’occhio agli effetti speciali utilizzati i mostri iniziano ad assomigliare ai plasticoni usati dei film 80. Una scelta che ho apprezzato, che mi ha permesso di alleggerire la visione della serie senza dovermi tenere lo stomaco come per alcuni film di Cronenberg.

Da buon nerd ho anche apprezzato il cliffanger nel finale, che strizza l’occhio a noi lettori di manga e che apre uno spiraglio a una seconda stagione.

A presto.

Delos

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