Recensione Rhet di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa

Rhet scritto da Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa (Dialoghi) è un romanzo di fantascienza ambientato nel pianeta Rhet dove tre personaggi completamente diversi tra loro, per storia, cultura e abilità, si troveranno ad affrontare un viaggio verso universi lontani alla ricerca delle loro origini.

Trama

Un equipaggio inedito, quello dell’astronave (Ehima), espressione dei tre popoli di (Rhet) e delle loro diversità: un esule, un’esobiologa e una (Ohdd), le cui storie distanti si intrecceranno in un unico folle destino. Sono stati scelti da coloro che attraversano il tempo e lo spazio affinché l’origine sia rivelata e il contatto, infine, stabilito. Il loro lungo viaggio sta per iniziare.

La recensione di Rhet

Rhet è il prequel di Elbrus e il libro prende il nome dal pianeta di origine dei protagonisti, questa volta non terrestri ma alieni: Un esule, un’esobiologa e una (Ohdd), le cui storie distanti si intrecceranno in un unico folle destino. Tre filoni narrativi seguono le vicessitudini dei tre protagonisti, così diversi tra loro ma accomunati dalla curiosità per il diverso e dal desiderio di viaggiare per scoprire nuovi mondi o anche solo per salvarsi la vita, un nuovo inizio. Una serie di coincidenze e circostanze anomale li fanno incontrare, ma sono davvero coincidenze? Dietro a tutto c’è forse un disegno più grande? Gli abitanti di Rhet sono alla ricerca delle loro origini, sono ossessionati dal loro passato: perché sono stati abbandonati al loro destino? Quali altre specie popolano l’universo? Queste domande li portano a viaggiare per le galassie in cerca di risposte, sono un popolo evoluto e in cui regna la pace, tuttavia non è sempre stato così e i tre protagonisti appartengono proprio ai tre diversi popoli di Rhet.

Non sono tutte rose e fiori, emerge la vera natura di questi popoli, si parla di selezione, ghettizzazione, di condivisione che non sempre porta benefici in quanto nessuno può veramente essere o diventare se stesso; sono tutti indirizzati, manipolati fin da bambini. La somiglianza con gli esseri umani è evidente, sia fisicamente che come atteggiamenti e pensieri; questo porta il lettore a immedesimarsi, cercando di immaginarsi nel contesto descritto dagli autori.

Il romanzo è originale e ben scritto, la narrazione è ricca di dettagli tecnici che a mio gusto personale appesantiscono la lettura. In particolare, all’inizio è difficile seguire le storie dei vari personaggi che si intrecciano senza che il lettore abbia avuto modo di conoscerli fin da subito, forse una descrizione iniziale della storia di Rhet e dei suoi abitanti avrebbe fatto comodo. Ammetto che il libro ha cominciato a prendermi da metà in poi, a quel punto ami sono appassionato alla storia dell’esule, quella con un poco più di azione e più comparabile al mondo che tutti noi conosciamo: il mondo terrestre e i suoi abitanti. 

Sicuramente un libro originale e interessante per gli amanti di fantascienza e il consiglio è quello di leggere prima Elbrus e poi Rhet anche se sono invertiti come ordine temporale, almeno a me è piaciuto molto ritrovare alcuni personaggi già letti in Elbrus, anche se appena sfiorati, e conoscere meglio il loro passato, le loro motivazioni e i loro desideri. 

Complimenti a Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa, due buone penne con tante idee e soprattutto tanto studio dietro.

Alla prossima!!!

Pietro

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