Recensione Cuore di Simone Pace

Cuore, di Simone Pace, edito da Edizioni BD la graphic novel cyberpunk che scava nel rapporto tra uomini e macchine. Una storia intima, umana e profondamente emotiva, anche dove le emozioni non dovrebbero esserci.

Trama di Cuore

Sono state tragedie come la strage di Zenga a convincere l’umanità a ripudiare la tecnologia. Nella grande città, plotoni di estremisti rastrellano i quartieri alla ricerca di ogni forma di vita artificiale al fine di distruggerla. Gli androidi, pinnacolo della rivoluzione tecnologica, sono braccati come animali e le loro carcasse esposte nelle strade come monito. Il grande Cuore che connetteva tutta la vita artificiale non batte più e i suoi pochi figli rimasti sono perduti e soli. Ma un giorno, nella grande città, giunge uno straniero; si tratta dell’androide A1M4, intenzionato a ritrovare il Cuore e a fare di tutto per prevenire l’estinzione della sua specie. Ma A1M4 non è un androide qualsiasi: è l’artefice della tragedia di Zenga.

Recensione di Cuore

In un futuro non ben precisato, in un mondo simile al nostro, la tecnologia si è evoluta fino a diventare parte fondamentale della vita degli esseri umani. Ogni giorno, macchine sempre più complesse, popolano le città e le campagne per aiutare l’umanità a prosperare. Una sinergia che è durata decenni, forse secoli, fino a quando le macchine sono impazzite.

La storia inizia molto tempo dopo il periodo di prosperità e mostra un mondo in guerra, con gli esseri umani che lottano per riprendere il controllo dei territori in mano alle macchine. Una lotta brutale, che spinge il popolo ad azioni violente e al ripudio della tecnologia in nome di una purezza che spesso contrappone anche consanguinei.

Nessuno sa cosa sia accaduto il giorno in cui le macchine hanno dichiarato guerra al genere umano, il conflitto è iniziato d’improvviso e non ha risparmiato nessuno. La morte è piovuta sulle città, le ha rase al suolo e ha cancellato ogni speranza per il futuro.

Zenga è diventata il simbolo dell’odio, una città spazzata via dalla furia delle macchine e che in poco tempo ha alimentato la sete di vendetta degli esseri umani più violenti. Persone che non si accontentano di lottare per la salvezza, vogliono far soffrire i loro nemici e sono disposte a tutto pur di raggiungere i loro obbiettivi.

A1M4 sa cosa rischia a mosrarsi agli esseri umani, ma ha fatto una promessa ed è disposto a tutto pur di mantenerla. Lui è un androide, l’ultimo a essere nato prima della guerra, e ha qualcosa dentro che lo spinge a non fermarsi nemmeno davanti alla spietatezza umana.

Simone Pace ci mostra un futuro vittima del pregiudizio, della brutalità, in cui la natura è completamente scomparsa per lasciar spazio all’asfissiante pressione della tecnologia. L’umanità ha ceduto all’avidità, ha consumato tutto ciò che aveva fino a diventare schiava delle proprie creaizoni. Ha tirato la corda fino a spezzarla, fino a dover fare i conti con la propria possibilità di sopravvivenza come specie.

In un immaginario cyberpunk che profuma di anni ottanta, con tubi e cavi per prendono il posto a circuiti stampati e ologrammi, assistiamo a un processo evolutivo che sembra elevare gli androidi a unica specie capace di provare sentimenti. Sono loro a soffrire, ad amare e a decidere di immolarsi in nome di un amore che va oltre la sopravvivenza del corpo.

L’autore usa il suo stile pulito per colorare una storia dai toni malinconici, alterna i momenti di riflessione a sprazzi di introspezione per trasmettere un messaggio d’avvertimento per il futuro.

Non vi spiego perchè l’opera si intolta Cuore, vi lascio il piacere di scoprirlo e, arrivati al finale, di scoprire anche il secondo significato di un termine tanto comune da sembrare socntato. Dov’è il cuore, cosa accadrebbe se smettesse di funzionare?

Moriremmo? Smetteremmo di amare?

A presto

Delos

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