Recensione Via Lattea per negati di Nicola Catellani

Via Lattea per negati è un romanzo di fantascienza scritto da Nicola Catellani e pubblicato da Plesio Editore. Un romanzo a metà tra fantascienza classica e un umoristico leggero, che richiama gli schemi delle space opera e le porta nel mondo leggero di chi non vuole salvare l’universo.

 Trama Via Lattea per negati

Cosa accadrebbe se due umani, poco tecnologici, si trovassero costretti a pilotare un veicolo spaziale extralusso?

Di ritorno da un weekend a casa di amici, persi nel nulla e con i cellulari scarichi, Max e Alina vengono recircuiti e fatti salire a bordo di un’astronave governata da un’evolutissima intelligenza artificiale.

Quale sarà il loro destino? Saranno vittime di agghiaccianti esperimenti biologici? Verranno usati come schiavi? Niente di tutto ciò: sono stati scelti per partecipare a un Concorso galattico, il cui premio è l’astronave stessa. Per poterla ottenere devono “solo” individuare il pianeta che ha indetto la gara e arrivarci… Un romanzo ironico da leggere tutto d’un fiato tra una citazione e l’altra.

Recensione Via Lattea per negati

Max è un uomo chiuso, fermo sulle proprie idee e troppo orgoglioso per chiedere aiuto o ammettere di aver sbagliato. Sua moglie Alina è una donna gentile, amorevole e troppo timida per imporsi o per far valere le proprie idee. Sono una coppia che ha trovato un sottile punto di equilibrio ma che fatica a comunicare o a scende a compromessi. Ed è proprio questa loro situaizone che li porta a perdersi tra strade di campagna desolate e ad essere adescati dall’intelligenza artificiale di una nave stellare di lusso.

Incosnaspevolmente, e anche un po’ stupidamente, firmano un contratto di partecipazione a un concorso senza compredere di cosa si tratti. Siglano un documento scritto in una lingua incomprensibile e, pochi minuti più tardi, si trovano a bordo dell’astronave interstellare L’orgoglio di Orione per partecipare alla caccia la tesoro che mette in palio la nave stessa. Unica regola? Trovare per prima il pianeta dei Costruttori, nascosto tra i miliardi di stelle della galassia.

Inizia in quel momento una simpatica avventura spaziale, che oscilla tra discussioni tipo “Casa Vianello”, citazioni e piccoli siparietti in cui la gatta della coppia, Sua Maestà, dimostra di essere l’unica esploratrice a bordo della nave.

Come ho accennato nel precedente articolo, ho scoperto Nicola Catellani per puro caso e sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua scrittura pulita e delicata. I suoi testi non eccedono mai, non cercano il colpo di scena a tutti i costi e richiamano le atmosfere della fantascienda degli anni d’oro in cui pubblico si perdeva in viaggi di fantasia senza porsi troppe domande. Caratteristiche che ho ritrovato anche in questo romanzo e che lo hanno reso una lettura piacevole e leggera.

Max e Alina sono due persone piccole, chiuse e incapaci di vedere oltre la punta del loro naso. Vivono di pregiudizi e preconcetti, che snocciolano con disinvoltura anche quando farebbero bene a tacere e imparare. Sono i peggiori esploratori che una nave senziente potesse scegliere, ma è proprio questa loro incapacità a renderli fondamentali per la storia. L’ossessione per la gatta, la paura dell’ignoto, l’incapacità di avere un pensiero logico li porterà a rompere ogni schema per trovare una soluzione che veri capitani di vascelli forse non avrebbero mai trovato.

Via Lattea per negati è un romanzo di intrattenimento, che usa l’ironia per parlare di persone e di rapporti coppia. Non è una vera space opera, non nella sua accezzione più puristica del termine. L’esploraizone vera e propria è solo un pretesto per mettere in difficoltà una coppia male assortita, è il palcoscenico su cui i due coniugi recitano le loro parti alla ricerca di una crescita che faticano a voler accettare.

La storia nel complesso è godibile da tutti, si legge bene e non presenta difficoltà per chi non è avvezzo al genere. Purtroppo questa sua leggerezza, che rende il testo adatto a un pubblico molto vasto, la si paga in termini di phatos ed emozioni. A parte un colpo di scena finale, la narrazione è lineare e priva di picchi emotivi o adrenalinici. Non ci sono scoperte scientifiche sconvolgenti e nemmeno attimi di apprendimento (per quanto fantascientifici), tutto scorre attraverso Max e Alina senza che la vastità del cosmo li sfiori o li porti a elevarsi oltre la loro pccolezza.

Bel testo, ma non per chi cerca emozioni forti o storie con colpi di scena veloci.

A presto Delos

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