Cari amanti del distopico, diamo inizio ai festeggiamenti per il primo PopCornDay! No, non è una nuova festività d’importazione americana, ma la rubrica dedicata al cinema e ai film d’ambientazione distopica.
Prima di entrare nel vivo del lungometraggio scelto per l’apertura delle danze, mi presento: mi chiamo Riccardo (come suggerisce anche il mio profilo wp) e ho una peculiarità molto rara: so far tutto e so far niente (anche so far away) e, nei ritagli di tempo, tra il tutto e il niente, mi dedico alle mie due grandi passioni: la mountain bike e il cinema. Proprio per questo motivo, il mio compito è quello di portare avanti questa bella rubricona dedicata alla settima arte, sia qui sul blog che nel gruppo FB dedicato (lo trovate QUI).
Passiamo ora al film del giorno: Divergent.
TRAMA
Eruditi, Abneganti, Pacifici, Intrepidi e Candidi. Queste sono le fazioni in cui, tenendo presente le caratteristiche delle persone, si divide l’umanità di un futuro prossimo e distopico. Ci sono anche gli Esclusi, paria non appartenenti alle cinque fazioni e, per questo, relegati ai margini della civiltà.
A far traballare la rigida ripartizione pseudo medievale ci pensa una fanciulla proveniente da una famiglia abnegante, Beatrice Prior. Anzi, Beatrice, che poi assumerà il nickname “Tris”, non ci pensava proprio a sparigliare le carte della realtà alla quale appartiene ma le sue caratteristiche, troppo eclettiche e non conformabili ad alcuna delle fazioni esistenti, la rendono, non solo unica, ma soprattutto, una minaccia per lo status quo.
Per mantenere il segreto della sua “incollocabilità” ed evitando così il rischio di finire tra gli Esclusi, Beatrice giura fedeltà agli Intrepidi tra i quali incontra “Quattro”, fascinoso istruttore con il quale condividerà le future vicissitudini ed anche un po’ del suo cuore.
RECENSIONE
Divergent è la trasposizione cinematografica del primo capitolo della trilogia letteraria di Veronica Roth.
Malgrado nasca da una saga a sé stante, impossibile non sentire gli influssi, (benefici o malefici, questo lo deciderà lo spettatore) di Hunger Games che, in questo campo, ha già dettato le leggi di un certo tipo di narrazione distopica, ribellistica e molto “teen-epic”.
Così, l’eroina di turno, non appare del tutto originale, pur avendo dalla sua un’ineluttabile tendenza alla destabilizzazione della società in cui vive. Il film ha comunque dei presupposti potenzialmente molto intriganti.
La descrizione delle fazioni, i contrasti interiori dei protagonisti e l’appeal di cui godono alcuni villain rendono “Divergent” un’opera interessante ma solo inizialmente. Il rischio di rendere commerciale (più appetibile per tutti) ciò che ha avuto successo sotto forma di romanzo, è assunto completamente.
Mano a mano però il discorso si incanala verso qualcosa che non ha più le caratteristiche di partenza, caratteristiche che, probabilmente, hanno decretato il successo di Divergent in libreria. Ed infine, la distopia cede troppo facilmente il passo all’action e alla love story.
Insomma, caro Neil Burger (regista del film), ci permettiamo di dirti: benino, ma non benissimo.