Provo a dire la mia su questa raccolta di racconti di Catartica Edizioni, una piccola casa editrice indipendente, che personalmente non conoscevo, e che si prefigge di “gettare uno sguardo indipendente sulla società e sul mondo”.
Questa antologia è il primo volume della selezione del Premio Letterario “Urban Jungle” indetto, appunto, da Catartica Edizioni.
Il tema del contest era:
“Coprifuoco” – Racconti urbani e di periferia, utopie, distopie, storie di ribellione, di indipendenza e di emancipazione.
In questo volume sono raccolti tredici racconti, non tutti caratterizzati da elementi fantascientifici che del resto non era condizione imprescindibile del concorso.
“Coprifuoco” di Daniele De Paolis
Un senza tetto deve trovare riparo prima del coprifuoco, il pericolo è di essere localizzati dai crematori che bruciano all’istante i disertori. Ma, se pur terribile, questa non è la peggior sorte che può capitare in questo scenario distopico post apocalittico.
“I gamberetti luminosi” di Cristina Aresu
Il racconto narra la contrapposizione di Volga e Don, rispettivamente ricchi cittadini del centro, reietti di periferia. I secondi sono costretti a rispettare un coprifuoco che dura tutte le ore di buio. Il tutto visto con gli occhi di due bimbe, Agnes e Simone. La prima, Volga, vuole portare la seconda, Don, per la prima volta al mare di notte per vedere i gamberetti luminosi.
“Sperare…” di Roberto Greco Brakus
La pandemia è protagonista: un uomo si fa strada in una guerriglia urbana scatenata per la ricerca di vaccini per un virus mortale. È alla ricerca di una dose salvifica ma anche di una speranza, di un Dio che sembra aver abbandonato l’umanità.
“Ombre nella notte” di Cristina Biolcati
Il diario di una semplice passeggiata negli ultimi minuti prima dello scoccare del lockdown. L’ansia, le paure e il senso di smarrimento che hanno coinvolto tutti durante questa pandemia si acutizzano in questa cronaca di una semplice passeggiata negli ultimi minuti prima dello scoccare del coprifuoco.
“Tolstoj” di Francesco Cusumano
Un originale parallelismo tra il coprifuoco e il silenzio e il buio che cala in teatro all’inizio di una rappresentazione teatrale visto da un anziano siparista. Il coprifuoco per lui inizia quando si apre il sipario sull’ennesima replica di Anna Karenina.
“La fotografia” di Salvatore Palita
Realtà e sogno si confondono dentro una disperata ricerca dei soggetti di una vecchia foto. Ricordi e rimorsi legati al terrorismo nell’Italia degli anni ’70. Una riflessione su quanto potente possa essere un senso di colpa anche quando, o forse soprattutto, viene da molto lontano.
“La specchiera” di Oriano Bertoloni
Il protagonista è un professore novantenne che, a causa della pandemia e del coprifuoco resta isolato nel suo castello. Esclusosi volontariamente dalla comunicazione mediatica non crede alle giustificazioni che gli vengono date da chi lo assiste. È convinto di essere stato abbandonato per aver dilapidato ogni ricchezza per il restauro dell’antica rocca in cui abita. Si consola attendendo le sporadiche apparizioni della madre nella vecchia specchiera veneziana del 700.
“Notte d’estate sotto il mio portone” di Alberto Arecchi
La realtà del narratore si confonde con una leggenda che ha sentito (o forse vissuto in prima persona in Africa): quella delle ragazze-belve-assassine. Ogni notte, durante il coprifuoco, strani omicidi scuotono la città. I segni lasciati nei luoghi degli assassini fanno pensare al narratore che le ragazze leopardo siano arrivate in città.
“Maledizione a quel benedetto coprifuoco!” di Lucia Bollina
Storia goliardica di usuali frequentatori di un bar che, improvvisamente, si vedono costretti a passare il loro tempo a casa per colpa del coprifuoco. Equivoci e battute per poi rassegnarsi alla convivenza forzata con le rispettive mogli…
“Lei che corre verso il mare” di Marianna Bellobono
Tre storie parallele di tre donne: nonna, mamma e figlia. La prima storia vissuta durante la seconda guerra mondiale, la seconda ai nostri giorni durante la pandemia e la terza ambientata nel futuro. È quest’ultima che ci rivela una realtà distopica in cui si è costretti a vivere rinchiusi, con la possibilità di uscire solo con un involucro protettivo e solo per delle visite mediche necessarie. Tutte e tre le donne, per diversi motivi, anelano la visione del mare.
“Una gita al mare” di Simona Sparro
Due donne che stanno lottando contro la tossicodipendenza, un permesso speciale per uscire dalla comunità terapeutica in cui sono ospitate per andare al mare. Ma le fragilità di entrambe minano pesantemente la spensieratezza di una piacevole, semplice gita.
“Un’innocente bugia” di Eliana Farotto
Partendo da un’uscita goliardica e innocente usata da un nipote insofferente durante le lunghe visite all’anziana (ma arzilla) nonna, si innesca una serie di implicazioni gravi e pesanti che coinvolgono tutta la popolazione. Una riflessione su quanto possa essere pericolosa la diffusione di fake news.
“Tassinaro di fantasmi” di Paolo Santaniello
Un tassista di Roma in servizio durante il coprifuoco notturno si ritrova a trasportare dei fantasmi davvero particolari, Alberto Sordi e Paolo Stoppa: durante il coprifuoco sono i fantasmi che si riappropriano della città.
Recensione Coprifuoco
È ovviamente complicato recensire un’antologia, soprattutto quando ospita anche generi differenti, come in questo caso.
Sicuramente ho apprezzato la cura dell’editore nel selezionare e inserire racconti che narrino, ognuno, un punto di vista diverso sul coprifuoco, che era il tema del contest.
Alcuni racconti li ho trovati poco originali, altri, pur se ben scritti, non erano proprio nelle mie corde, ma alcuni sono stati davvero un’ottima lettura. Come spesso accade con le antologie di questo tipo, ci sono molti alti e bassi, che seguono il gusto personale del lettore, arricchendo la narrazione e contemporaneamente dando a chi cerca un determinato “genere” un senso di insoddisfazione per alcune storie.
Nel testo ho trovato mondi distopici narrati con maestria e potenza, come in “Il coprifuoco“, dove in un’unica lunga scena d’azione, l’autore, Daniele De Paolis, riesce a rendere perfettamente l’ambientazione, i personaggi, la paura e il terrore.
Riflessioni profonde su come gli errori umani attraversano la storia e finiscano per colpire sempre la popolazione inerme, i più poveri, i più semplici, come in “Lei che corre verso il mare” di Marianna Bellobono.
Denunce pesanti, su come la comunicazione e i media possano condizionare e spesso “condannare” la vita di ognuno di noi come in “Un’innocente bugia” di Eliana Farotto.
Concludendo mi sento di consigliarne la lettura e vi do appuntamento alla recensione del secondo volume, che sto leggendo e del quale vi parlerò prossimamente!
Debora Donadel