La tematica dei viaggi nel tempo è un topos della fantascienza, e certamente anche uno dei temi più difficili da dominare in modo credibile. Mi sembra che Nicola Pagan, in questo romanzo Tempo reale, edito da EdiKit di Brescia, ci riesca egregiamente.
TRAMA
La storia è quella di un archeologo, Leonardo Bontempi, che trova dentro un’antica sepoltura, uno strumento che scoprirà essere un dispositivo per viaggiare nel tempo. Lo userà per far luce su molti aspetti oscuri del passato ma un po’ alla volta maturerà la convinzione di vivere egli stesso in un passato già avvenuto. Si metterà così alla ricerca ossessiva del “presente reale”, spostandosi in avanti nel tempo, ma con cautela perché il rischio del viaggio nel futuro è quello di perdersi in uno dei molti futuri possibili senza più riuscire a tornare indietro.
Quando si accorge, nel corso di uno dei suoi salti, per la precisione in occasione dell’incoronazione di Carlo Mango, la notte di Natale del ‘800 d.C., che un’altra viaggiatrice del futuro lo sta seguendo, diviene certo delle sue supposizioni.
Quel che succede dopo è difficile da riassumere. La sua ossessione per il presente reale, nella quale coinvolge anche il figlio, lo spinge a viaggiare sempre più avanti nel tempo.
Il finale, suggestivo, ricorda, opportunamente, quello del modello di questa tematica cioè la Macchina del tempo di H . G. Wells.
RECENSIONE
Il romanzo è certamente ben scritto e cattura il lettore fin dalle prime pagine costringendolo a inseguire il viaggiatore in tutti i suoi spostamenti temporali.
I paradossi che sempre si determinano quando si gioca col tempo sono ben gestiti e non disorientano più di tanto. Restano forse un po’irrealizzati i contatti con le situazioni storiche del passato che potevano creare contrasti interessanti mentre gli accenni relativi alle società future che il viaggiatore incontra sono carichi di suggestioni che meriterebbero uno sviluppo ulteriore. Sicuramente l’ossessione per il “presente reale” è l’elemento che più originale della narrazione e quello che più ci spinge ad una riflessione sul tempo, il grande mistero che come diceva Agostino, se nessuno me lo chiede so benissimo cos’è, ma se provo a spiegarlo…
STEFANO ZAMPIERI