Se vi dico “bambola assassina” a cosa pensate? A Chucky, o meglio Child’splay in lingua originale, l’iconica pellicola degli anni Ottanta? O ad Annabelle, tra gli ultimi film dell’universo di The Conjuring?
Siete fuori strada, il film di cui vi parlo oggi non ha niente a che fare con magia nera e possessioni demoniache. La tara nella piccola testolina di lattice dell’ennesima bambola con manie omicide è tutto frutto della tecnologia.
Ecco a voi una produzione Blumhouse nuova di zecca: M3gan diretto da Gerard Johnson (Housebound) a partire dalla sceneggiatura di James Wan (Saw, Dead Silence, The Conjuring) e Akela Cooper (Malignant).
Trama
Dopo aver perso entrambi i genitori in un incidente stradale, la giovane Cady viene affidata alla zia Gemma, donna single e ingegnere robotico in una modernissima industria di giocattoli.
Gli ultimi giochi lanciati sul mercato dalla zietta ingegnere sono i Perpetual Pet, una sorta di Furby accuditi e nutriti tramite tablet. Ma la concorrenza con le altre industrie di giochi è spietata e a Gemma viene chiesto di creare un giocattolo ancora più efficace e coinvolgente.
Ma non è certo facile lavorare e star dietro alla nipotina orfana che si è appena stabilita in casa, eppure… Proprio la piccola Cady dà a Gemma l’idea vincente. Costruire un cyborg-bambola a grandezza naturale il cui unico obiettivo sia quello di assicurare il benessere al bambino a cui è associata, offrendo giochi e attenzioni.
Il nome del coraggioso prototipo è M3gan, Model 3 generative Android, ed è progettato per imparare e migliorare sempre di più nello svolgimento del suo compito. La bambina a cui verrà associata in questa prima fase sperimentale è, neanche a dirlo, la nipotina Cady. Ma, dopo moltissimi film su robot e intelligenze artificiali ormai dovremmo sapere che non è mai prudente concedere troppe libertà a un androide…
Recensione
Avete mai l’impressione che certi trailer raccontino fin troppo del film di cui dovrebbero dare solo un assaggio? Ecco, M3gan non fa eccezione, ma il vero problema non è il fatto di avere un trailer troppo esplicativo quanto quello di essere, dall’inizio alla fine, un film totalmente prevedibile. Cosa potrà mai succedere se si ha tra i piedi una bambola androide iper intelligente, in grado di evolvere e sviluppare un pensiero proprio? Peccato, la regia di Gerard Johnson prometteva molto bene. Housebound è un vero capolavoro. Ma qui qualcosa proprio non funziona.
Abbiamo già visto fin troppi film su pupazzi assassini e robot impazziti, per cui il secondo tempo della storia è, a grandi linee, già noto. Neanche il colpo di scena finale riesce a salvare una storia amaramente trita e ritrita.
Eppure, nel mucchio dei cliché, quel che si salva è proprio la rappresentazione del rapporto complesso tra zia Gemma (interpretata da una bravissima Allison Williams) e la nipotina Cady. La zia single e senza figli, dedita al lavoro h24, e la nipote figlia unica, abituata a ricevere tutte le attenzioni e improvvisamente orfana e abbandonata a se stessa.
M3gan, allora, con la sua estetica da Bratz, più che essere un gioco o la miglior amica della bambina è una zia sostitutiva, qualcuno che è grado di occuparsi davvero a tutto tondo di Cady. E di darle l’affetto di cui ha bisogno, fino alle estreme conseguenze. In una certa misura, M3gan è l’equivalente futuristico di un tablet messo in mano ai figli di genitori troppo occupati.
Il film, in fondo, potrebbe essere letto come un dibattito aperto, sempre più urgente e necessario, su quanto e come i bambini vadano esposti alla nuove tecnologie. In bilico tra la necessità di far conoscere i nuovi strumenti ai nativi digitali e il rischio di creare pericolosi sostituiti più attrattivi e invitanti dell’attenzione e dell’educazione parentale.
Ki Ba
Credits: Titolo originale: M3gan. Paese di produzione: Stati Uniti. Durata: 102 minuti. Anno: 2023. Regia: Gerard Johnstone. Dove vederlo: al cinema (ma affrettatevi!)