“La guerra al Golden Rice” …quando ho sentito la prima volta questa frase stavo assistendo a un panel di Mondofuturo al Trieste Science + Fiction Festival.
A pronunciarla Serena Zacchigna, docente al Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Trieste e dirigente del Laboratorio di biologia cardiovascolare del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb).
Ma non solo, coordinatrice scientifica dei programmi istituzionali del centro, dal 2014 rappresenta l’Icgeb nel Comitato di Bioetica delle Organizzazioni Internazionali delle Nazioni Unite, con particolare interesse nei confronti dei risvolti etici e regolamentatori della terapia genica, dell’editing genico e della terapia cellulare e dal 2019 è membro del Comitato Etico Unico Regionale del Friuli Venezia Giulia.
Gli incontri di Mondofuturo si concentrano, da quando sono stati ideati, sullo stretto legame tra scienza e fantascienza e infatti il panel della dottoressa Zacchigna era così presentato:
L’ultima frontiera dell’ingegneria genetica consente di tagliare e cucire il DNA, riscriverlo e modificarlo con estrema precisione. Possiamo quindi prendere in mano il destino della vita? Anche quello di animali estinti? Possiamo cioè creare davvero il nostro Jurassic Park? C’è chi, come una sorta di John Hammond, il creatore del parco di dinosauri nato dalla penna di Michael Crichton e portato sul grande schermo, 30 anni fa, da Steven Spielberg, ipotizza di poter resuscitare i mammut lanosi. Fiction o realtà? Serena Zacchigna ci guida a conoscere le potenzialità dell’ingegneria genetica e dell’editing genetico e ne illustra i meccanismi: comprenderli è fondamentale per apprezzare gli enormi benefici che queste tecnologie possono apportare in campo alimentare, ambientale e della salute umana, così come per una valutazione consapevole dei relativi rischi.
La dottoressa Zacchigna, oltre a spiegare in modo semplice le dinamiche della ricerca nell’ambito dell’ingegneria genica si è soffermata sui i rischi etici ma anche sulle guerre che si è costretti a combattere per far accettare certi prodotti che, senza rischi, salverebbero la vita o allevierebbero i problemi di moltissime persone.
Il Golden Rice per esempio è un organismo geneticamente modificato la cui prima versione è addirittura del 1999. Eppure ancora oggi, nonostante i pareri positivi di scienziati ed enti di controllo, viene combattuto come fosse il male dell’universo.
Il Golden Rice
Il riso dorato è un riso geneticamente ingegnerizzato per produrre beta carotene, un precursore per la sintesi della vitamina A.
La deficienza di vitamina A – comune tra chi ha una dieta priva di carne e verdure a foglia e tra chi si ciba soprattutto di cereali come il riso, privi del micronutriente – colpisce soprattutto l’Africa e il Sudest asiatico, causando cecità e compromettendo il normale sviluppo e funzionamento del sistema immunitario, aumentando il rischio di infezioni comuni e morte.
Con risultati tragici: circa 500mila bambini ogni anno diventano ciechi a causa della mancanza di vitamina A, con stime non chiare sulle morti correlate alla carenza della vitamina, che oscillano tra 1 e 3 milioni all’anno.
La soluzione potrebbe essere l’assunzione di supplementi di vitamina A, che però non è così facile per tre motivi:
- La distribuzione: chi va a distribuire le pillole sulle montagne della Birmania o nelle migliaia di isole al largo delle coste del Sudest asiatico?
- Il costo: per il primo motivo e per le difficoltà economiche di molti di questi paesi che comunque si troverebbero in una situazione di dipendenza dai paesi più ricchi anche per il terzo motivo…
- La ripetizione: non basta una somministrazione, tra i sei mesi e i cinque anni d’età gli integratori di vitamina A devono essere dati con continuità.
Il Golden Rice, al contrario, permetterebbe di assumere la vitamina A attraverso il cibo di maggior consumo: il riso.
La sintesi del Golden Rice
Il β-carotene, come le altre molecole prodotte dal metabolismo, è il prodotto di una lunga serie di reazioni chimiche.
La molecola finale è il prodotto di un processo che ha modificato gradualmente la molecola iniziale grazie alla partecipazione di diversi enzimi.
Nel caso del β-carotene si parte da una sostanza chiamata GGDP, che viene modificata in quattro passaggi con la collaborazione di altrettanti enzimi.
Nei chicchi di riso bianco il GGDP è presente, ma mancano gli operai che lo trasformano in carotene.
L’idea che i ricercatori hanno avuto è quella di inserire questi operai mancanti e lasciare che fossero loro a occuparsi della trasformazione.
Questo procedimento, tuttavia, richiede di prendere un gene da un organismo e metterlo in un altro rendendo il Golden Rice un alimento transgenico, OGM.
E questo lo rende però veleno agli occhi di molti.
La guerra agli OGM
Il dottor Morandini, ricercatore di fisiologia vegetale alla Statale di Milano ha voluto mettere i puntini sulle i:
“Tutti gli anni che sono passati dal suo sviluppo a oggi sono serviti a rispondere alle richieste delle normative in materia di organismi transgenici, che richiedono uno scrutinio maggiore, e quindi assurdo, per i prodotti sviluppati con tecnologie più precise, come appunto la transgenesi, rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate per introdurre mutazioni genetiche, quali la mutagenesi chimica o per irradiazione e gli incroci. E questo perché tutto ciò che è prodotto per transgenesi nei laboratori viene a priori considerato più pericoloso e bisognoso di maggiori controlli”
In poche parole se vendiamo un pomodoro arricchito di beta-carotene attraverso gli incroci fatti dai nostri nonni, potremmo farlo senza dover dimostrare nulla legalmente nonostante non ci sia nessuna sicurezza scientifica sulla sua produzione; sicurezza invece garantita dalle biotecnologie moderne.
La guerra al Golden Rice
Nel 2015 è stato addirittura ritirato uno studio appena pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition che dimostrava l’efficacia del Golden Rice come fonte di vitamina A nei bambini: un piatto da 100-150 grammi riesce a provvedere al 60% del fabbisogno giornaliero.
Il maggiore oppositore alla coltivazione e diffusione del Golden Rice è un’organizzazione molto controversa: Greenpeace.
Greenpeace non motiva scientificamente la sua avversione all’utilizzo del Golden Rice: semplicemente lo ritengono un “cavallo di Troia” che con il pretesto umanitario aprirà la strada alla diffusione di altri OGM.
Per questo boicotta tutti gli studi sull’efficacia del Golden Rice, sollevando polveroni sui consensi informati delle persone coinvolte negli studi e costringendo enti e stati a fermare o ritirare le ricerche.
OGM sicuri
Nel giugno del 2016, 110 premi Nobel hanno firmato una lettera con la quale esortavano Greenpeace ed i suoi sostenitori ad abbandonare la loro campagna contro gli OGM e in particolare contro il Golden Rice.
Questa è una parte dell’appello dei premi Nobel:
"Le organizzazioni contrarie alla moderna selezione vegetale, con Greenpeace in testa, hanno ripetutamente negato questi fatti e si sono opposte alle innovazioni biotecnologiche in agricoltura. Hanno travisato i loro rischi, benefici e impatti e hanno sostenuto la distruzione criminale di sperimentazioni sul campo e progetti di ricerca approvati. Esortiamo Greenpeace e i suoi sostenitori a riesaminare l’esperienza degli agricoltori e dei consumatori di tutto il mondo con colture e alimenti migliorati attraverso la biotecnologia, a riconoscere i risultati di autorevoli organismi scientifici e agenzie di regolamentazione e ad abbandonare la loro campagna contro gli “OGM” in generale e il Golden Rice in particolare"
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato che gli OGM possono essere considerati degli alimenti sicuri, in virtù del fatto che sono quelli più controllati e analizzati.
L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha garantito la sicurezza degli OGM in particolare del Golden Rice e del Granturco MON 87460 (quello è stato sviluppato dalla Monsanto per ridurre la perdita di resa in condizioni limitate d’acqua, altro OGM molto controverso che meriterebbe un articolo a parte).
La Food and Drug Administration degli Stati Uniti (US FDA) ha concordato con la valutazione dell’IRRI (International Rice Research) relativa alla sicurezza e al valore nutritivo del prodotto.
La dichiarazione della FDA è arrivata dopo le identiche approvazioni della Food Standards Australia Nuova Zelanda (FSANZ) e della Health Canada che sviluppano le loro valutazioni sulla base di concetti propri di enti come l’OMS, la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite), l’OCSE (Organizzazione per l’economia Cooperazione e sviluppo) e la Commissione del Codex Alimentarius.
Le multinazionali che detengono il brevetto del riso OGM hanno deciso di rilasciare licenze gratuite per favorire la semina di Golden Rice ai coltivatori asiatici e africani che hanno un introito annuale inferiore ai 10 mila dollari annui.
La distopia reale
Nonostante questi provvedimenti e queste garanzie, l’unico stato asiatico che ha introdotto la coltivazione del Golden Rice è quello delle Filippine diventate, nel 2021, il primo paese ad approvare la coltivazione commerciale del riso dorato.
Peccato che Greenpeace e altre organizzazioni ambientaliste abbiano presentato ricorso contro la coltivazione del Golden Rice nelle Filippine e purtroppo ad aprile del 2022 è arrivata la decisione della Corte Suprema filippina di fermare la coltivazione.
È vero comunque che in Cina, India, Bangladesh, Indonesia e Vietnam, sono in corso processi per approvare la coltivazione del Golden Rice.
Non so a voi ma a me questa sembra la trama di un (mediocre) film di fantascienza: c’è una soluzione scientificamente sicura per risolvere un problema gravissimo che coinvolge una vasta area geografica mondiale ma gruppi di persone ne contestano la validità sulla base di pregiudizi senza fondamento.
E dalla distopia reale per ora è tutto.
Debora Donadel