Bentrovati fantadistopici!
Ho un debole per Stanislaw Lem, lo confesso, perché trovo che sappia, come pochissimi, coniugare una creatività stupefacente con la capacità di aprire questioni di ampio respiro filosofico, senza pontificare, senza presunzione, ma con una finezza e una profondità che trovo ammirevoli.
Così è per esempio in questo bellissimo romanzo Pace in Terra (1985).
TRAMA E RECENSIONE DI PACE IN TERRA
Riassumerne la trama non è facile, ma possiamo indicare almeno tre linee narrative che si incrociano: l’umanità ha trovato un modo per liberarsi della guerra: spostare tutte le armi sulla Luna, così dunque il nostro satellite è stato diviso in settori, ogni nazione ha trasferito le armi più sofisticate e pericolose nel proprio settore. Ma accade che le intelligenze artificiali, che dovevano controllare tutto l’arsenale umano, hanno cominciato a operare autonomamente e la situazione è sfuggita a ogni controllo, nessuno sa più cosa succede sulla Luna.
Per far luce su questa situazione viene mandato in esplorazione Ijon Tichy, il quale però al ritorno non ricorda più nulla perché durante la sua missione ha subito un danno al cervello per colpa di un’arma ultrasonica, una sorta di lobotomia che separando le due parti del suo cervello le ha rese indipendenti.
Eccoci allora alla terza linea narrativa, veramente originale e ironica: il nostro si trova in una situazione schizofrenica, tutta la sua parte sinistra infatti talvolta si muove e agisce in modo indipendente dalla parte cosciente che è la parte destra. Ijon trova un modo per comunicare con l’altra parte e così assistiamo a delle divertenti situazioni in cui il protagonista tratta con se stesso per prendere delle decisioni.
Molte oscure forze circondano Ijon cercando di carpirgli quei ricordi di cui non è più consapevole per fare luce su quel che sta accadendo sulla luna. Non svelerò il finale, ma basti sapere che le intelligenze sulla Luna troveranno il modo per avvicinarsi alla Terra non per forza in modo amichevole.
Lo sfondo del romanzo è chiaramente l’epoca della corsa agli armamenti e della gara tra le superpotenze per il dominio tecnologico del pianeta. Una Guerra Fredda che è stata drammatica anche se non combattuta, ma il romanzo non ha perso oggi nulla della sua attualità anche se quella modalità di confronto internazionale è ormai sorpassata. L’incapacità delle nazioni di rinunciare davvero ai propri istinti bellicosi è ancor oggi sotto gli occhi di tutti. I conflitti aperti e le prospettive di conflitto ci mostrano ogni giorno quanto radicata e devastante sia questa propensione alla guerra di cui il genere umano non riesce a liberarsi. Saranno le macchine e le loro intelligenze artificiali diventate autonome a por fine a tutto questo?
STEFANO ZAMPIERI