Buongiorno carissimi Amici 😉
Ho finito poco fa di leggere “Ink” di Alice Broadway, edito da Rizzoli, e devo assolutamente dirvi cosa ne penso prima di tuffarmi nella prossima lettura 😉
TRAMA:
Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere. Immagina se avessi qualcosa da nascondere… Non ci sono segreti a Saintstone: dall’istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all’oblio che è ancora più temibile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un’intera vita. Quando l’amato papà muore, Leora, sedici anni, è convinta che il giudizio su di lui sarà pura formalità, e invece si rende conto che l’uomo nascondeva dei segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio…
RECENSIONE
Partendo dal presupposto che viviamo in una società in cui gli “intonsi” (ovvero le persone prive di tatuaggi) sono sempre meno, credo che tutti coloro che si fanno marchiare la pelle lo facciano per ricordare qualcosa o per esprimere una parte di sé. Almeno per me è così.
Quindi non ho trovato insolita da parte dell’autrice la scelta di creare questa civiltà in cui i marchi hanno un’importanza così rilevante. E se poi andiamo a esplorare la Terra e a conoscere tribù di cui non si sente parlare spesso, scopriamo anche che in alcune credenze i tatuaggi hanno davvero peso alla morte di una persona per decretare la purezza della sua anima.
Detto questo, e sottolineando lo stile piacevole con cui è stata narrata la storia, alimentata qua e là da qualche colpo di scena interessante, mi vedo costretta a storcere il mio nasino per un dettaglio che mi ha infastidito un po’.
Si tratta di un dettaglio che ad altri lettori può risultare fantastico, quindi prendetela proprio come un’opinione personale. Francamente però, ho trovato raccapricciante il fatto che i familiari ambissero ad avere in casa il libro contenente la pelle di un loro caro defunto.
Insomma, amo i libri e adoro i tatuaggi, ma un libro fatto con la pelle di una persona che amo e che è venuta a mancare… anche no!
Vi posso assicurare che non sono di stomaco debole (ne vedo di film cruenti), ma questo aspetto della storia mi ha disturbato un po’.
Che vi devo dire… sarò all’antica, ma una bella tomba su cui versare lacrime la prediligo di gran lunga.
A parte questo cari i miei distopici, Ink è senz’altro una storia interessante alla quale dare una possibilità per far breccia nei vostri cuori.
Alla prossima!
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