Casey Affleck, fratello di Ben, però ben più bravo, sceglie un percorso difficile per raccontare una storia post apocalittica. La vicenda si inserisce comodamente tra i classici del genere ma con delle sostanziali differenze.
TRAMA
C’è un virus. E, stavolta, ha sterminato la popolazione femminile. Un padre e la sua unica figlia di undici anni, si nascondono tra boschi e case disabitate. La giovanissima Rag è costretta ad un vagabondaggio continuo e a fingersi maschio ogni volta che non può evitare il contatto con altri esseri umani, tutti uomini, resi brutali e senza scrupoli dalla mancanza delle donne.
RECENSIONE
Light of my life non è il solito post apocalittico. È un film di genere che percorre una strada più tortuosa e intimista lasciando le veloci autostrade degli effetti speciali, dei colpi di scena e dell’azione. La pellicola di Casey Affleck pur soffermandosi principalmente sul racconto del rapporto padre-figlia rilascia un senso d’inquietudine che avvolge lo spettatore trascinandolo in una dimensione di realtà aumentata e malata. In verità, non è altro che la vita di tutti i giorni, dopo la scomparsa delle donne dalla faccia della Terra. È una vita brutalmente peggiore: è fuga per le donne superstiti, è ansia quotidiana per chi le protegge. Il viaggio dei due protagonisti è senza una vera meta. Come lo è il rapporto fra genitori e figli: si parte senza sapere dove si sta andando. Solo che, in questo caso, la faccenda è ancora più complicata: manca una madre. Anzi, ad essere assente è tutto il genere femminile. In uno scenario così fortemente sbilanciato si erge potente la figura della giovanissima Rag, protetta pedissequamente dal papà, ma già indipendente e coraggiosa. Light of my life è un gran film, ma non nel senso comune del termine. Purtroppo Il grande pubblico non è abituato a un disaster movie con un piglio autoriale. Si dirà: manca qualcosa. Eppure c’è tutto, compresi tensione e colpi di scena. Usati però in modo strumentale per un racconto che suggerisce una profonda riflessione sulla nostra società e sulla condizione femminile. Light of my life non è semplice intrattenimento. Sfrutta la messinscena post apocalittica-distopica per raccontarci qualcosa che appartiene indissolubilmente al nostro presente.
Credits: scritto, diretto e interpretato da Casey Affleck; con Anna Pniowsky e Elisabeth Moss; anno di produzione: 2019; durata: 119 minuti.
Riccardo